L'eccezionale stabilità chimica dei PCB - Policlorobifenili - spiega perché queste sostanze siano state largamente usate in numerosi prodotti. Tuttavia questa stabilità, considerata un valore dal punto di vista dell'industria, è diventata drammaticamente problematica dal punto di vista ambientale. Questo è il motivo per il quale la Commissione ha emesso una specifica "Comunicazione sulla Strategia comunitaria per le diossine, i furani e i policlorobifenili" COM- 2001 -593 che attira l'attenzione sul problema dei PCB, preoccupante per i cittadini europei. In più, la Commissione Europea considera che vi sono numerosi vuoti all'interno dell'attuale normativa che regola queste sostanze e che è urgente adottare misure aggiuntive per proteggere la salute umana e l'ambiente, cercando sistemi capaci di ridurre l'esposizione umana a breve termine e di mantenere questo tipo di inquinante al di sotto di livelli accettabili nel medio e lungo termine. Lo scopo del progetto è quello di fermare la diffusione dei PCB attraverso la catena alimentare - la principale fonte di contaminazione umana - attraverso il trattamento in situ dei suoli inquinati per decontaminare lo strato superficiale e conseguentemente evitare la diffusione del PCB nei prodotti alimentari. Questo trattamento è basato su processi biologici che creeranno le condizioni ottimali per la degradazione dei PCB. Con grande compatibilità ecologica e sostenibilità economica, questi processi potranno poi essere applicati a scala più ampia.
Il progetto prevede diversi task intermedi ed obiettivi correlati che possono essere così riassunti:
1 - caratterizzazione analitica di un'area agricola contaminata di 25 ha, già disponibile per le applicazioni del progetto, per determinare l'ammontare complessivo e le caratteristiche distintive della contaminazione da PCB;
2 - la raccolta di campioni di suolo contaminati e la loro analisi in laboratorio per ottenere dati utili per le successive applicazioni sul campo. Sarà preparato un sistema di microcosmi - impianto pilota - per determinare le caratteristiche biologiche della matrice contaminata e per testare in vitro diverse variabili per ottimizzare la degradazione del contaminante;
3 - l'ottenimento di appezzamenti sperimentali, su una superficie di circa 200 m2, all'interno dell'area contaminata, per sperimentare i risultati ottenuti in vitro e per pianificare i passaggi successivi;
4 - un'applicazione su larga scala su un'area agricola di 25 ha;
5 - il monitoraggio costante dei passaggi tecnici chiave, per ottimizzare il passaggio tra le diverse fasi ed il risultato complessivo del progetto. Questo monitoraggio include analisi chimico-fisiche, microbiologiche, ecotossicologiche ed agronomiche, legate allo stato micorizale delle piante coltivate;
6 - disseminazione degli obiettivi e dei risultati del progetto attraverso un sito web dedicato ed altri mezzi - brochure, workshop, conferenza finale, ecc -.
L'obiettivo generale del progetto è integrare il sistema di bioremediation FREEPCB nelle normali pratiche agricole, in modo che questo sistema possa essere facilmente adattato ad una larga scelta di colture semplicemente modificando le pratiche agricole.